Pokémon Adventure ~ Memories Book

Storia di una principessa

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view post Posted on 5/4/2019, 17:22
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You'll never win, you'll never break me;

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Lei era sempre lì. Seduta pensierosa sul suo banco adiacente alla finestra che guardava affascinata i ciliegi in fiore dell’atrio della scuola illuminati dalla sola luce degli astri di quella serata, il che li rendeva quasi argentati. Io ero sempre in largo anticipo sulle lezioni, ma ultimamente ogni volta che entravo in aula, c’era lei. E rimanevo lì a fissarla da lontano, incantato dai suoi boccoli dorati ondeggiati dalla lieve brezza di quelle serate primaverili, che catturavano i riflessi del chiar di luna e delle stelle. Risaltavano, lasciandomi senza fiato.
- Hey Ryosei, cosa ci fai lì impalato? –
Sobbalzai. Era il mio amico e compagno di banco Yuki. Andavamo molto d’accordo e sceglievamo sempre i posti all’ultima fila in modo da fare più baldoria quando gli insegnanti si distraevano… anche se ultimamente capitava più di rado. Per qualche motivo si comportavano in modo sempre più rigido.
- Ryosei, sempre con la testa tra le nuvole? Cosa guardavi? -
Indicai il banco, ormai rimasto vuoto, dov'era seduta la ragazza di prima. Probabilmente era andata già via per raggiungere il suo plotone.
- Ryoooo non avrai dormito poco anche oggi? Ti avverto che non posso coprirti ogni volta le spalle. L'altro giorno ci stavi per rimettere la pelle e non saremmo qui a parlarne se non ci fossi stato io. Se non riesci a dormire, prendi i sedativi e... non preoccuparti per gli esami, per quelli ce la caveremo in un modo o nell'altro. -
Mentre ascoltavo Yuki parlare ero ancora piuttosto assonnato, quindi decisi di schiacciare un pisolino durante l'ora di storia... che noia quella materia. Ma poi non capisco perché noi giapponesi siamo i soli a dover andare a scuola anche durante i periodi di guerra. La mia vita sta diventando un'insopportabile routine che sono obbligato a seguire. Mi guardo qualche anime o gioco ai miei videogiochi preferiti prima di andare a dormire e mi sveglio di soprassalto dopo poche ore, che sembrano minuti, al suono della sirena militare del cambio di turni, che se non fosse per le tecnologie odierne sfrantumerebbe qualsiasi oggetto di vetro nel raggio di 100 km. Arrivo a scuola qualche minuto prima delle dieci di sera, vedo la solita ragazza alla finestra e poi crollo sul banco durante la lezione di storia.
- Ahio! -
A colpirmi con un libro mentre dormivo, questa volta, non poteva essere il professore di storia, lui di solito era più delicato.
- Ryosei Kaishito. Ti sembra questo il modo di comportarsi a lezione? -
In un primo momento ero confuso, non sapevo cosa fare ed ero lì per lì per cercare una scusa per giustificarmi quando ci fu un annuncio accompagnato delle sirene.
<< EMERGENZA! EMERGENZA! TUTTI I PLOTONI SONO PREGATI DI MOBILITARSI E DI FAR RIFERIMENTO AL LORO CAPOSQUADRA.>>
Quella sirena non prometteva nulla di buono, ma almeno mi ero risparmiato la ramanzina del Colonnello Kibishi, o forse...
- Branco di mammolette, avete sentito, muovete i vostri sederi e preparatevi per la situazione di emergenza. -
Cercò di dire più o meno quelle parole, ma la voce al megafono le copriva tanto erano più forti.
<< LA SQUADRA KURAI STA SUBENDO NUMEROSE PERDITE A CAUSA DELL'ATTACCO DEI NORD-COREANI, ABBIAMO BISOGNO AL PIU' PRESTO DI RINFORZI. IL TEAM YOAKE HA L'ORDINE DI SOSPENDERE TUTTE LE ATTIVITA’ IN CORSO E DI RECARSI AL FRONTE >>
- uffa, che barba, doveva capitare proprio il giorno del mio compleanno! -
- che seccatura... dobbiamo andarci per forza? -
- oh no, sono troppo stanco, mi farebbero fuori subito! -
Erano più o meno queste le reazioni allo status di emergenza appena proclamato. Il Colonnelo Kibishi intimò tutti noi di alzarsi e di indossare le tute spazioelica. Addirittura chi opponeva resistenza veniva picchiato finché non si decideva di darsi una mossa ed un poveretto che era troppo stanco, come me, per aver dormito poco, subì un'iniezione di non so cosa. Sta di fatto che dopo si alzò e andò silenziosamente ad indossare la sua tuta.
Le tute spazioelica coprivano il nostro corpo dalla testa ai piedi ed erano di colore diverso per ognuno dei tre plotoni. Quella dei Kurai era nera come la pece, con delle decorazioni blu fluorescenti. Quella degli Haku era di un rosso scarlatto con alcune decorazioni disegnate come delle nuvolette di un colore ocra. Infine, quella degli Yoake, la nostra, era quasi tutta bianca ma le estremità degli arti e la testa erano decorati con sfumature di rosa e viola e blu.
- Ryosei! Dobbiamo sbrigarci, il colonnello dice che dobbiamo recarci allo stallo numero A3 ed imbarcarci sull'aereonave, ma dal B7 si fa prima. Sai, alcuni del team Haku sono sonnambuli o soffrono d'insonnia e non li tieni giù neanche con i sedativi, quindi verranno anche loro. -
Non me lo feci ripetere due volte, non ne potevo più di stare dietro quei banchi ad ascoltare noiose lezioni riguardanti materie che probabilmente non mi sarebbero mai servite nel futuro. Siamo in guerra e sarei potuto morire da un momento all'altro.
- Nome e numero di matricola! -
Esclamò il sergente Juhi all'ingresso dello stallo B7.
- Sono Ryosei Kaishito signore, squadra Yoake, numero 2 -
- Yuki Kodoku, squadra Yoake, numero 7, ai vostri ordini -
Il sergente Juhi è sempre stato cordiale e disponibile con tutti, anche se a volte ha dovuto litigare non poco coi suoi superiori per poter esprimere la sua opinione. Almeno non è come quei lecchini dei piani alti che per salire di grado sono stati disposti a fare qualunque cosa.
Dopo che fummo saliti, la nostra aereonave salpò immediatamente, diretta verso il fronte. Il campo di battaglia non era lontanissimo, si trovava nel bel mezzo del mar del giappone. Già da qui, potevamo scorgere le solite strutture militari costruite sulla base di atolli artificiali.
Non c'era tempo da perdere, bisognava indossare il Modoku: una speciale armatura da combattimento dotata di armi di ogni genere: una spada per i combattimenti in mischia, dei propulsori per il volo, missili e altri tipi di dispositivi d'attacco e di difesa che variano da modello a modello: da fuori ci avrebbe fatti sembrare dei veri e propri robot, come quelli che si vedevano negli anime di anni ormai remoti.
L'armatura in realtà era personalizzata per ciascuno di noi soldati e veniva controllata attraverso gli impulsi nevrotici emanati dal nostro corpo attraverso la speciale tuta spazioelica.
- Lasciaaaaaatemi! Non ho fatto nulla di male! Sono solo in ritardo di qualche minuto, ma che caratterino!!! -
Esclamò una voce di una ragazzina poco lontana da dove ci trovavamo io e Yuki. Ci avvicinammo per controllare e notammo che il sergente Juhi stava strattonando verso di noi un membro del plotone Kurai, da come si poteva evincere dal colore della tuta, che ormai arresosi all'esser stato scoperto, tirò uno sbuffo, sobbalzò in piedi e disse:
- Il mio nome è Himeko Kitsuhite, membro numero 3 della squadra Kurai e bla bla bla, ho fatto tardi e non mi andava di combattere, così mi ero nascosta su questa bagnarola, sono stata strattonata fin qui dal sergente Juhi contro la mia vo-
Non ebbe tempo di finire la sua frase, che il suo caratterino fece irritare Yuki, che sbottò:
- Il sergente Juhi è stato fin troppo gentile con te, stupida oca! Dovresti inchinarti e baciargli i piedi, le pene per i disertori sono severe sai? -
Al che la ragazza, con le braccia conserte, distolse lo sguardo dal mio amico con aria di superiorità.
- Siamo quasi arrivati, è ora di entrare in azione. Indossate i vostri Modoku, voi tre lavorerete insieme a quel ragazzo paffutello laggiù della squadra Haku e sarete la divisione speciale Epsilon, solo per questa missione.
- Wow! Non ho mai lavorato in una squadra mista, sarà divertente! Io mi chiamo Schlafen Surippu, sono di origini tedesche, ma mio papà è giappon... -
E crollò dal sonno senza neanche avere il tempo di dire di che squadra era e di pronunciare il numero 8 sulla sua schiena, posandosi sulle ginocchia di Himeko.
La ragazza, contrariata gli diede un ceffone, si allontanò ed estrasse la sua boruboru, una piccola sferetta tascabile contenente il Modoku. Bastava un click per attivarla ed indossare l'armatura da combattimento.
- Squadra epsilon, tenetevi pronti a paracadutarvi, al mio 3! -
E così, al segnale del sergente Juhi, i 4 si paracadutarono sul campo di battaglia.
- Finalmente arrivano i rinforzi, era ora! Abbiamo avuto moltissime perdite e i feriti sono gravissimi. -
- Datevi una mossa o perderemo anche la base 72, bisogna difenderla a tutti i costi o si metterà male per noi! -
- Himeko! E' arrivata Himeko! Non c'è più nulla da temere, lei li farà fuori tutti!
A quanto pare, Himeko, era molto famosa nella squadra Kurai, non appena scese sul campo di battaglia, diede sfogo a tutte le sue forze e mise in pratica numerose tecniche di combattimento che non avevo mai visto prima. Riusciva da sola a fronteggiare fino a 5 nemici contemporaneamente. Era semplicemente fantastica. Intanto anche io, Yuki e Schlaf facevamo del nostro meglio per resistere al presidio nemico.
Purtroppo però, quando tutto sembrava andare per il meglio, arriva l'annuncio di una sirena.
<<emergenza! EMERGENZA! EVACUARE AL PIU' PRESTO L'AEREONAVE Y-9 PARTITA DALLO STALLO A3, A CAUSA DI UNA SPIA IMBARCATASI CLANDESTINAMENTE E' STATA DIFFUSA UN'ARMA BATTEREOLOGICA CHE HA STERMINATO GRAN PARTE DELL'EQUIPAGGIO, PRESTARE I SOCCORSI SE POSSIBILE!>>
All'udire di queste parole, i membri del team Kurai rabbrividirono. Sapevano che i rinforzi che stavano aspettando non sarebbero arrivati così in fretta. Le scelte da fare in questo caso erano due: combattere e cercare di resistere fino alla morte, o ritirarsi per avere salva la vita e cercare di recuperare più superstiti possibili. Entrare su quell'aereonave però, significava anche contrarre il batterio e sarebbe stata una pazzia andare fin lì. Dopo un po', arrivò l'ennesimo ordine dai megafoni. Non era facile combattere e allo stesso tempo essere concentrati nella ricezione degli ordini.
<<qui E' IL COLONNELLO KIBISHI CHE VI PARLA! VI ORDINO DI RITIRARVI, RAGGIUNGETE L'AEREONAVE Y-9 E SALITE A BORDO>>
- Ma è una pazzia! Perché dovremmo ritirarci su una nave contagiata dal batterio? -
Esclamai utilizzando il canale radio “pirata” che trasmetteva a tutte le unità nel suo raggio d'azione. In realtà un soldato semplice come me non potrebbe fare certe cose, ma anche io ho i miei trucchetti e avevo sempre sognato di poter fare una cosa simile.
Il resto delle truppe si stava chiedendo da chi provenisse quella voce, poco dopo, sullo stesso canale, una seconda voce fece irruzione. Era Himeko:
- Rimanete fermi dove siete e copritemi le spalle dal nemico fino al mio ritorno! Ho un piano che salverà più vite di quante voi possiate immaginare. Schlaf, tu sei l'esperto in medicina qui vero? Porta con te il tuo kit di vaccini! -
Non era chiaro cosa volesse fare Hime, ma la situazione era piuttosto critica.
- Aspettate! Io e Yuki possiamo venire con voi, avrete biso- -
Hime non mi lasciò terminare la frase e rispose energicamente, seppur le fosse rimasto poco fiato:
- No! Ryo, Yuki, il team Kurai ha bisogno del vostro supporto per poter difendere la base 72 –
E così, la accontentammo, fidandoci di lei. Lei sicuramente sapeva cosa stava facendo e poi era in buona compa…. Beh, sapeva cosa stava facendo. Spero.
Intanto io e Yuki davamo man forte al nostro plotone con l’aiuto dei nostri Modoku. Il punto forte di Yuki era la barriera difensiva, riusciva ad avere un tempismo perfetto per parare tutti i missili dei nemici, l’unica pecca è che non gli piaceva combattere in mischia, per cui bisognava coprirgli le spalle in caso di un attacco troppo ravvicinato. Io invece, mi affidavo completamente alla mia spada a forma di forbice gigante. Non so esattamente perché le ho dato questa forma quando decisi di forgiarla e farmela equipaggiare, però mi piaceva e riesco a maneggiarla meglio di qualunque altra arma. Il combattimento qui proseguiva e stavamo riprendendo vantaggio.
Dopo circa un’ora di combattimento, eravamo quasi riusciti ad eguagliare di numero gli avversarsi: le loro perdite erano superiori alle nostre adesso, però eravamo esausti e avevamo bisogno di riposo. Ma in situazioni come queste non si poteva riposare e i nemici sembravano non essere ancora stanchi.
Ad un tratto, mi ritrovai con un enorme peso sulle spalle crollato da non so dove.
- Aiuto! Hime è in pericolo! Ha bisogno di aiuto! Kibishi è un traditore! –
Era Schlafen. Riuscito non so come a salvarsi cadendomi addosso e nello stesso tempo a non rompermi nessun osso. Forse farà parte delle sue doti mediche. Sta di fatto che i nostri Modoku erano distrutti ed era impossibile ripararli così in fretta.
- Devo andare a salvarla. –
Dissi senza pensarci. Non so perché volevo salvarla, non so neanche se ne fossi in grado, ma dovevo.
- Sei forse impazzito Ryosei? Ci rimetterai le penne! – disse Yuki.
- O qui, o nell’aereonave. E almeno adesso sappiamo chi è il nostro obiettivo: Kibishi. - Risposi.
Yuki vide uno sguardo diverso nei miei occhi, una determinazione che non aveva mai visto prima, perciò, dopo aver premuto il bottone della sua Modoku, questa tornò ad essere la bokuboku bluastra di prima e me la rese, rimanendo in tuta. Poi si voltò e si diresse verso l’aereonave Z-3, quella che ci aveva portati fin qui, dicendo che avrebbe cercato una nuova Modoku.
Indossai senza farmelo ripetere l’armatura che mi aveva imprestato il mio amico e seppur non fossi abituato ad usarla, i comandi base erano gli stessi e avendo visto all’opera il mio amico più volte, conoscevo anche le sue armi.
Arrivato alla Y-9 mi precipitai verso la cabina di pilotaggio e lì ci trovai Kibishi e Himeko, che era legata ad una sedia e la sua tuta spazioelica era lacerata. Fu solo in quel momento che la riconobbi: la tuta non le ricopriva più il volto, ma Hime, in realtà era la ragazza dai boccoli dorati illuminati dal chiar di luna che incontravo all’inizio delle lezioni, senza però mai rivolgerle la parola.
- Lasciala stare!!! –
Imperai al colonnello. Ormai EX colonnello. Non mi aspettavo di certo che obbedisse, ma era una frase che dovevo dire… per creare enfasi, insomma! Per cui, gli piombai addosso utilizzando un pugnale da mischia e iniziai una schermaglia con lui. Le sue armi però erano di gran lunga più potenti di quelle del Modoku di Yuki, che era progettato per la difesa più che per l’attacco. Ad un certo punto mi sferrò un fendente che mi distrusse parte del braccio sinistro nonostante avessi attiva la barriera. E dopo un po’, senza nemmeno poter fiatare, partì con un affondo che mi avrebbe perforato lo stomaco e che se avessi schivato, avrebbe colpito Hime, ancora inerme e priva di sensi, legata sulla sedia di prima.
- BARRIERA AL MASSIMO! –
Gridai, non potevo fare altro. Beh, non che dire quella frase con un tono di voce più alto accrescesse il potere della barriera, ma almeno aumentava la fiducia che avevo in me.
Come previsto, la barriera non bastò a incassare completamente il fendente di Kibishi, che perforò anche parte dell’armatura e arrivò a fratturarmi qualche costola. Adesso potevo muovermi a malapena e per me sembrava finita.
- Ryosei! Hai dimenticato questa!!! –
Era la voce di Yuki, che dotato di un’armatura di riserva era venuto in mio soccorso portandomi la mia fidata spada a lama di forbice. Con quella, avrei potuto fare molto di più.
- Accidenti, ma dove ho la testa?! Per fortuna che ci sono gli amici! –
Sorrisi a Yuki, mentre cercavo un modo per fermare l’emorragia allo stomaco.
- Mi dispiace per la tua ferita, ma Schlafen serviva al fronte… sai… -
Aggiunse Yuki, ma non c’era da preoccuparsi. Con la mia spada, ero in grado di sferrare il colpo finale al traditore e porre fine alla sua esistenza una volta per sempre.
- KIBISHI! PAGHERAI A CARO PREZZO IL TUO TRADIMENTO, LE TUE MALEFATTE E RIMPIANGERAI DI ESSERE NATO. QUI E ORA, IO RYOSEI KAISHITO FARO’ DELLA TUA MORTE LA PROMESSA DI UNA NUOVA VITA, PER TUTTO IL POPOLO CHE CREDE IN NOI! –
Così fu detto, così fu fatto. Ryosei scagliò il suo fendente speciale e decapitò una volta per tutte il malvagio Kibishi, dopodiché ritrasse l’armatura nella bokuboku e si avvicinò ad Himeko per slegarla e prestarle soccorso. Ma svenne tra le sue gambe prima che potesse riuscire a far qualcosa.
Proprio in quel momento, Hime riacquistò i sensi e ci mise qualche secondo a capire cosa stava succedendo. Dopo aver compreso, cominciò ad accarezzare la testa del povero Ryo in segno di ringraziamento, ma appena si accorse della presenza di Yuki, ritrasse velocemente la mano; allo stesso tempo il suo volto diventò di color rosso peperone.
Yuki portò i due in salvo e al sicuro sull’aereonave da cui erano partiti. Intanto, il campo di battaglia, pieno di rottami, era ormai sgombro di ogni forma di vita. Entrambi gli schieramenti si erano ritirati quando avevano capito che quella battaglia non avrebbe portato a nulla. Nonostante tutto, l’intervento e le capacità mediche di Schlafen furono fondamentali per garantire la resistenza. Adesso, il paffuto ragazzo coi capelli rossi, sicuramente si era rintanato in qualche remoto angolino dell’aereonave a sgranocchiare qualche snack e fare un pisolino. Quella battaglia non ebbe né vincitori, né vinti. Ma la guerra Tra il Giappone e la Corea del Nord, non era ancora terminata.
L’indomani, Ryosei si recò nuovamente a lezione in anticipo, sperando di ritrovare lì la ragazza dai boccoli dorati, intenta a guardare fuori dalla finestra, ma questa volta non era là. Il giorno dopo, la storia si ripeté e anche il giorno dopo ancora. I due, fin ora si erano visti ogni giorno senza mai parlarsi e proprio quando avevano stretto un legame, non riuscirono più a vedersi.
Ryosei, ogni volta che vedeva una tuta spazioelica di quelle del team Kurai, pensava alla ragazza dai boccoli dorati e sicuramente, per lei era lo stesso. Non è chiaro il motivo per il quale, Himeko, non è più seduta su quel banco ad aspettare colui che le salvò la vita. Tuttavia, un giorno, i due forse si rincontreranno di nuovo…
 
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